giovedì 13 settembre 2007

The Onepercent Blues Band (clicca per ascoltare 'Red House')

E così passò praticamente un anno di completo silenzio quando, durante una festa a casa di Nadia Versari all’inizio del 1989 (guarda un po’ lo stesso posto dove avvenne la primissima esibizione nel ‘86, corsi e ricorsi...), io e Adriano conoscemmo un suo compagno di classe (sempre del Liceo Classico ‘Anco Marzio’ di Ostia), il diciannovenne Umberto Sacchi, noto anche come Zak all’interno del celebre ‘gruppo feccia’, e ci cimentammo in una divertente Jam suonando pezzi di un genere che fino allora nè io tantomeno Adriano avevano mai fatto prima: il Blues. Umberto suonava con una Fender Stratocaster American Standard primi anni ’80 blu elettrico, distrosore Boss, wha-wha e ampli Fender Concert 60W e ci lasciò a bocca aperta per la bravura e la facilità nell’esprimere il Blues in tutta la sua essenza, soprattutto per quanto riguardava le parti soliste, ricordando molto i grandi del genere, come Stevie Ray Vaughan, Jimi Hendrix o Muddy Waters. Oltre a questo si rivelò un vero e proprio virtuoso con l’armonica a bocca (Honer, naturalmente accordata in MI). Inutile, nauralmente, parlarvi dei suoi gusti musicali.
Durante il periodo di inattività, nel settembre del ’88, acquistai a New York (da ‘We buy guitars’ nella 47th Street) una Gibson ES-335-TD fine anni 60-inizio ’70, rosso ciliegia e quella combinazione (Sacchi+Blues+Gibson) fece scattare la molla.
Tant’è che a carnevale del 1989 a casa di Sandrone si organizzò una festa in maschera (tutti hippies fine anni ’60) con tanto di musica dal vivo in tema. Io con parruccone e Ray Ban stile Robert Plant e Umberto parrucca Navajo. Oltre a noi tre (Umberto, Andrea e Adriano), per l’occasione, si aggiunse il batterista rock (noto nell’ambiente romano) Davide Scarnicchia, che, sfoggiando una maglietta dei Kiss, suonò la batteria elettronica Simmons del Loche. Anche il Loche suonò qualche pezzo in modo non disprezzabile. L’entusiasmo e l’amalgama c’era. Mancava solo un batterista di ruolo. Davide era troppo ‘rocchettaro’ e Loche era troppo poco tempo che suonava. Umberto propose un altro elemento dell’ ‘Anco Marzio’, Claudio Cacopardo, conosciuto da tutti come Kakòs, anche lui come Umberto di diciannove anni. Non lo si poteva certo definire un virtuoso, ma la simpatia e la sua energia e, comunque, una certa tecnica di base, lo catapultarono nel gruppo e così iniziò il nuovo corso. Il gruppo mantenne il vecchio marchio 1% ma adeguò, giustamente, il nome al nuovo ‘sound’ made in USA: ‘Onepercent Blues Band’.

Nella foto a centro post: la festa fricchettona da Sandrone e sotto il nuovo arrivato Kakós

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Claudio! Ale z Ciebie przystojniak!:)

Anonimo ha detto...

Hey, I am checking this blog using the phone and this appears to be kind of odd. Thought you'd wish to know. This is a great write-up nevertheless, did not mess that up.

- David