giovedì 13 settembre 2007

Tre anni all'insegna della melodia

Tra il 1998 ed il 2001 ci esibimmo in vari locali della capitale come i già citati 'Penny Lane' o 'Alpheus', ma anche in clubs ed enoteche dei castelli romani. Insomma ci infilavamo dove potevamo, sempre compatibilmente con l'attività parallela non meno intensa dei Parlophones. Nel 1999 entrò nella band un percussionista, anche lui come Giancarlo ex collega della Cathay Pacific, Eugenio Iacoacci. Eugenio era un eccellente batterista e un buon chitarrista di estrazione tipicamente rock anni 70 e con retaggio prog italiano (PFM, Banco, New Trolls, etc..). Tardò molto poco ad inserirsi nel gruppo. Il repertorio era dei più vari: da Elton John a James Taylor, da Paul McCartney agli Eagles, da Fabio Concato a Neil Young.

Un evento tra tutti merita una citazione: la notte del 21 Novembre 1998, in occasione del 30º anniversario della sua pubblicazione, ci esibimmo al Cavern di Roma con l'aggiunta di Fabrizio Cugia alla batteria riproponendo fedelmente tutto il doppio Album Bianco (30 canzoni!) dei Beatles in versione totalmente unplugged. Tra le varie sorprese della serata ricordo l'intervento del 'Parlophone' Salvo nei brani 'Savoy Truffle' e 'Cry Baby Cry' e Francesco Randisi (mio cugino) che dal mixer faceva partire i vari effetti sonori tipo gli uccelli di 'Blackbird' o i maiali in 'Piggies' o l'aereo di 'Back in the USSR' o l'intera 'Revolution 9'. Ricordo che provammo solo due sere nel garage di Adriano a via Belluzzo. Un mese dopo ricevetti a casa una copia della fanzine del TBFC, Tokyo Beatles Fan Club diretto dall'amico Kenji Maeda, che riportava l'evento con recensione e una bella foto in bianco e nero.

Per chiudere questa parentesi vorrei menzionare Attilio Serrao, grande voce e fraterno amico di Salvo, che ci seguì da vero fan durante le nostre schitarrate acustiche.

Nella foto Eugenio, Giancarlo, Andrea e Adriano in una pausa in sala prove.

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